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Editoriale

I luoghi dell’educare: il nido d’infanzia Iride di Guastalla

di Tania Bertacchi, 6 Marzo 2024
Tempo di lettura: 5 minuti
I luoghi dell’educare: il nido d’infanzia Iride di Guastalla

L’ambiente e le sue caratteristiche naturali sono elementi che rendono unico il Parmigiano Reggiano. In questo editoriale celebriamo l’importanza dello spazio circostante raccontando una realtà diversa ma unica nel suo genere: nido d’infanzia Iride a Guastalla (RE).

L’ambiente, nella nostra filosofia pedagogica, che muove dalle intuizioni di Loris Malaguzzi e del conseguente Reggio Emilia Approach, rappresenta un elemento fondamentale ed essenziale del progetto educativo, in quanto l’educazione non si costruisce nel vuoto, ma in qualche spazio, per cui il valore degli spazi dei nostri servizi educativi è sostanziale.   

Parliamo di spazio come luogo accogliente, stimolante, ricco, propositivo; una presenza vitale, un contenitore, ma soprattutto un contenuto che viene definito come il «Terzo Educatore» insieme a bambine, bambini e adulti (insegnanti e genitori), e assume una forte valenza educativa.

La progettazione e realizzazione del Nido d’infanzia Iride è nata dall’esigenza, del Comune di Guastalla, di costruire una nuova struttura nel luogo in cui vi era il nido “Rondine”, gravemente danneggiato dagli eventi sismici che hanno colpito i territori dell’Emilia Romagna nel maggio 2012, e realizzare un edificio ecosostenibile che potesse riunire in un solo fabbricato due ex nidi d’infanzia (nido “Pollicino” e “Rondine”) presenti storicamente sul territorio comunale.

La presenza sul lotto di numerosi alberi ad alto e medio fusto ha immediatamente suggerito l’idea di un edificio che dialogasse con il suo contorno. Ecco che la moltiplicazione degli elementi verticali in legno, che caratterizzano l’impianto della struttura, riprende il motivo dei filari degli alberi e dei tracciati dei campi coltivati, conferendo all’insieme leggerezza e scardinando la tipica immagine di nido come volume compatto e monolitico.  

Foto courtesty of Asilo nido iride

L’edilizia ecosostenibile è una metodologia per affrontare strategicamente il tema dell’adattamento ai mutamenti climatici, coniugando lo sviluppo socio-economico con la tutela dell’ambiente.   

Sul piano della sostenibilità il legno appare uno dei migliori materiali da costruzione, in quanto è rinnovabile e riciclabile. Nell’intero edificio sono state adottate soluzioni mirate a soddisfare le esigenze funzionali in termini di benessere ambientale, integrazione con il contesto, risparmio energetico, sviluppo sostenibile, manutenzione e gestione. Ciò ha permesso di realizzare un complesso ad alto contenuto tecnologico, sicuro, confortevole ed efficiente dal punto di vista energetico. 

«L’educazione è un fatto di interazioni complesse, molte delle quali si verificano solo se anche l’ambiente vi partecipa», scriveva Loris Malaguzzi.   

L’ambiente, quindi, inteso come spazio fisico, architettonico, ma anche relazionale, rappresenta un aspetto fondamentale dell’approccio pedagogico nel nostro nido. È capace di stimolare, suggerire, accrescere gli apprendimenti. Lo spazio dove sperimentare nuove conoscenze, incontri, reciprocità. Probabilmente, il primo luogo di educazione civile che incontrano i bambini. È su questi principi che si è costruito il disegno progettuale del Nido Iride, con peculiarità che lo distinguono da altre strutture per l’infanzia presenti a livello locale e nazionale.

Nel nuovo nido gli spazi non sono casuali e diventano una risorsa – o una sfida – per sperimentare nuove conoscenze. Come, ad esempio, le trasparenze che contraddistinguono e percorrono tutti gli ambienti, sottolineando la fitta rete di relazioni che animano il dentro e il fuori, dove anche il paesaggio entra all’interno attraverso grandi pareti di vetro. Queste stesse vetrate sostituiscono i muri divisori interni, consentendo un dialogo costante tra una sezione e l’altra, tra il dentro e il fuori.

Il Nido d’Infanzia Iride è stato aperto il 7 settembre ed inaugurato il 19 settembre del 2015.   

Foto courtesty of Asilo nido iride

Partendo dal nostro approccio pedagogico abbiamo scelto di non assegnare un nome al nuovo nido in occasione dell’apertura, ma di prenderci tempo per sostare sui valori e sulla responsabilità che porta con sé l’attribuzione di un nome per un servizio pubblico per la prima infanzia.  

Sostare per iniziare sempre dalle bambine e dai bambini, sostare per pensare, riflettere e approfondire, ma sostare anche per costruire un percorso di significati condivisi tra i bambini, le educatrici, le famiglie, gli amministratori e la cittadinanza.

Questa premessa ci ha portate, come gruppo di lavoro, a osservare, ascoltare e documentare come le bambine ed i bambini hanno abitato e vissuto, fin dai primi giorni di frequenza, gli spazi del nuovo nido d’infanzia; nido che si pone come luogo speciale, architettonicamente al di là degli schemi ordinari dei servizi educativi del territorio. Nido che presenta una prevalenza di materiali quali legno e vetro che gli conferiscono da un lato un’immagine imponente e maestosa, dall’altro uno stare al suo interno sereno, pacato e disteso.

Abitare e vivere un luogo nuovo e sconosciuto porta alla costruzione di relazioni e dinamiche abitative che comportano tempi di scoperta, attesa, slanci esperienziali, pause, ritorni, empatie, timori, incertezze e curiosità; tutti aspetti che legittimano l’incontro tra abitanti in un contesto nuovo che deve essere conosciuto per favorire il senso di appartenenza a quel luogo. La struttura del nuovo nido d’infanzia è stata abitata, dalle bambine e dai bambini fin dai primi giorni di frequenza, con particolare entusiasmo e benessere dello stare all’interno dello spazio.

Fin da subito i bambini hanno mostrato capacità di ambientamento molto forti, disinvoltura nell’avvicinare l’architettura nel suo complesso, curiosità e desiderio di sperimentare, senza limiti, luoghi, spazi, arredi e peculiarità compositive dell’edificio (come gli scivoli presenti in tutte le sezioni e le molteplici vetrate che caratterizzano il nido).   

La ricognizione delle osservazioni delle educatrici delle varie sezioni si è focalizzata proprio sulle vetrate che compongono il nido; esse, infatti, sono state incontrate dai bambini in differenti modi, attraverso differenti punti di vista e sguardi che hanno portato il gruppo di lavoro a soffermarsi sul concetto di trasparenza.

Foto courtesty of Asilo nido iride

La trasparenza si pone come peculiarità che caratterizza fortemente il nostro nido; essa rappresenta un’unicità sul territorio e si connota come ridondanza all’interno della struttura.   

Ogni sezione, infatti, presenta su tutti i lati le trasparenze; è proprio dal concetto di trasparenza che è nata, successivamente, la scelta del nome Iride per il nido. Nome identitario, che connota e restituisce senso, valore e riconoscibilità a questa peculiare quanto oramai familiare struttura educativa.  

L’ambiente che circonda e stimola i bambini e le bambine, dunque, è stato visto e considerato da più prospettive. L’ambiente è educativo perché sostiene ed accresce la conoscenza; è promotore di scoperte sempre nuove e in divenire perché non pensato dagli adulti in modo chiuso e strutturato.   

Lo spazio non è solo a misura dei bambini, o realizzato per i bambini, ma è proprio dei bambini, è loro, perché lo costruiscono, lo modificano, lo vivono, lo abitano connotandolo e conferendogli identità. 

L’ambiente, infatti, è interpretato anche attraverso le sue caratteristiche affettive, come spazio relazionale in grado di sostenere dialoghi, interazioni e connessioni. Inoltre, riflette la cultura di chi lo abita e, al tempo stesso, costruisce una propria cultura. Per questo risulta fondamentale dare identità agli spazi che si vivono attraverso accoglienza – personalizzazione – assenza di anonimato per tendere al benessere dato dal legame tra la persona che vive l’ambiente e l’ambiente stesso. Infatti, la mancanza di relazione tra le cose e le persone che vivono in un ambiente è mancanza di ecologia. Gli spazi al nido sono progettati in funzione del benessere di chi li abita e in base alla loro capacità di sostenere i processi di apprendimento e di costruzione culturale.

Le bambine e i bambini, inoltre, guidati dalla curiosità innata di dare un senso al mondo, si pongono continuamente nuovi focus, nuovi territori di ricerca e di esplorazione. Questo deve essere tenuto presente quando si progettano gli spazi, gli ambienti, le situazioni, che sono “strumenti e contesti indiretti” che consentono l’esplorazione stessa; indiretti, ma non decontestualizzati, collocati, cioè, in situazioni e insiemi di significato.

Illustrazione © Isabella Conti

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